Raccontarsi (Scrivere di Sé)
“Raccontarsi (Scrivere di Sé)
Biografia immaginaria
Letture consigliate
“Il romanzo autobiografico è quell’opera letteraria che ha le caratteristiche classiche del romanzo le cui vicende sono in vario modo ispirate alla vita del narratore.”
Il mio primo Racconto è autobiografico, racconta una giornata trascorsa a casa mia tra amiche in una lezione di Erboristeria, Cosmetica naturale.
(L'HERBARIA Ed. Kubera.)
HO progettato i miei futuri manoscritti e mi accorgo che vengono tutti da mie esperienze personali, momenti di vita o emozioni vissute durante quotidiani più o meno felici.
Vediamo attraverso quali forme si è sviluppata la scrittura autobiografica.
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Il diario intimo (o Journal Intim , o segreto )
è la forma più consolidata di scrittura autobiografica.
Questa forma letteraria si misura con la dimensione più frammentaria dell’io, ma, allo stesso tempo, la più profonda e autentica.
Il Diario si scrive tutti i giorni ed è un mezzo per ricordare il passato, il presente e pensare al futuro. Si scrivono le emozioni che si vivono nel momento.
Attenzione! Il Diario poi non viene pubblicato così come scritto , ma viene comunque poi modificato in una manoscritto narrativo.
Tra i diari di vita (e mestiere) più importanti di tutto il Novecento europeo va annoverato “Il mestiere di vivere” dello scrittore piemontese Cesare Pavese:
27 giug. 1945, pp. 317-8 Tentazione dello scrittore
Aver scritto qualcosa che ti lascia come un fucile sparato, ancora scosso e riarso, vuotato di tutto te stesso, dove non solo hai scaricato tutto quello che sai di te stesso, ma quello che sospetti e supponi, e i sussulti, i fantasmi,
l'inconscio - averlo fatto con lunga fatica e tensione, con cautela di giorni e tremori e repentine scoperte e fallimenti e irrigidirsi di tutta la vita su quel punto - accorgersi che tutto questo è come nulla se un segno umano, una parola, una presenza non lo accoglie, lo scalda - e morir di freddo - parlare al deserto - essere solo notte e giorno come un morto».
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Il diario immaginario
È la forma di un racconto autobiografico,
scandito dallo scorrere del tempo,
dalla perpetua meditazione sulle cose che accadono,
i piccoli e i grandi avvenimenti della vita.
Ne “Il libro dell’inquietudine” del poeta portoghese Fernando Pessoa viene ricostruita, attraverso lo scandirsi dei giorni e delle stagioni, la vicenda esistenziale e il mondo interiore di Bernardo Soares, un piccolo contabile di Lisbona, le cui sembianze e le ossessioni sono le stesse dello scrittore
23.6.1932
La vita è un viaggio sperimentale fatto involontariamente. È un viaggio dello spirito attraverso la materia, e poiché è lo spirito che viaggia, è in esso che noi viviamo. Ci sono perciò anime contemplative che hanno vissuto più intensamente, più largamente, più tumultuosamente di altre che hanno vissuto la vita esterna. Conta il risultato. Ciò che abbiamo sentito è ciò che abbiamo vissuto. Si ritorna stanchi da un sogno come da un lavoro reale. Non si è mai vissuto tanto come quando si è pensato molto. Colui che sta in un canto del salone balla con tutti i danzatori. Egli vede tutto e, dato che vede tutto, vive tutto. E poiché tutto, in fin dei conti, è una nostra sensazione, tanto vale il contatto con un corpo come la vista di esso o come il suo ricordo. Io ballo quando vedo ballare. Posso dire, come il poeta inglese che disteso sull’erba guardava da lontano tre mietitori: “C’è un quarto mietitore, e quello sono io”».
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La lettera
rappresenta un espediente narrativo molto diffuso per richiamare l’attenzione del lettore verso forme di scrittura intima,
dove verranno svelati informazioni personali,
avvenimenti e pensieri che possono essere trasmessi soltanto in ragione del rapporto esistente tra il mittente e il destinatario.
Anche in questo caso raramente le lettere vengono pubblicate nella forma originale,ma vengono comunque risistemate in forma narrativa. Le lettere sono un documento molto importante perché ti fanno vedere gli usi e costumi dell’epoca.
Esempi di Romanzi epistolari sono
Amos Oz “La scatola nera”,
Georges Simenon di “Lettera a mia madre”.
fino alle lettere di espiazione e confessione morale come nel caso di Marguerite Yourcenar in “Alexis”
«Questa lettera, amica mia, sarà lunghissima. Non mi piace troppo scrivere. Ho letto sovente che le parole tradiscono il pensiero, ma mi sembra che le parole scritte lo tradiscano ancor di più. Tu sai ciò che resta di un testo dopo due successive traduzioni. E poi, io non sono abile. Scrivere è una scelta perpetua tra mille espressioni, nessuna delle quali, avulsa dalle altre, mi soddisfa completamente. Eppure dovrei sapere che soltanto la musica permette il concatenarsi degli accordi. Una lettera, anche la più lunga, costringe a semplificare ciò che non avrebbe dovuto essere semplificato: si è sempre cosí poco
chiari quando si tenta di essere completi! Qui vorrei fare uno sforzo non solo di sincerità, ma anche di esattezza; queste pagine conterranno molte cancellature; ne contengono già. Quel che vi domando (la sola cosa che posso ancora domandarvi) è di non saltare nessuna di queste righe che mi saranno costate tanto. Se vivere è difficile, è molto più disagevole spiegare la propria vita».
Marguerite Yourcenar, “Alexis o il trattato della lotta vana”
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è una forma di narrazione nella quale i fatti e gli avvenimenti della vita vengono raccontati in modo tale che siano verosimili,
ma il personaggio del quale si narra la vicenda è del tutto o parzialmente inventato.
Philip Roth fa una operazione del genere nel suo capolavoro
“Operazione Shylock”
dove lo scrittore compie una originale operazione sul tema
del doppio attraverso la sua stessa vicenda biografica.
In questo libro perversamente ingegnoso (che potrebbe o meno essere un libro di fiction), Philip Roth incontra un uomo che potrebbe o meno essere Philip Roth. Perché qualcuno con quel nome sta girando per Israele, promuovendo un bizzarro esodo alla rovescia degli ebrei. Con una suspense straziante, speculazioni filosofiche sfrenate e un cast di personaggi che include agenti dei servizi segreti israeliani, esuli palestinesi, un criminale di guerra sotto accusa e la seducente fondatrice di un’organizzazione chiamata Antisemiti Anonimi,
“Operazione Shylock” si mantiene sempre in bilico
sul crinale tra realtà e finzione,
serietà e comicità raffinata,
storia e incubo.
Il romanzo ha vinto il PEN/Faulkner Fiction Award per il 1993.
Inoltre è stato scelto da “Time” come il miglior romanzo americano del 1993.
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Documento autobiografico.
Si tratta di un genere di narrativa di stampo diaristico che,
per la sua rilevanza storica o sociale,
riveste un particolare rilievo per la collettività,
non solo dei lettori.
per la sua rilevanza storica o sociale,
riveste un particolare rilievo per la collettività,
non solo dei lettori.
“ È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità . “
Anna Frank, “Diario”
Tali documenti autobiografici possono assumere anche altre caratteristiche formali,
come ad esempio il reportage giornalistico, con un dosaggio di elementi di fiction narrativa.
Il caso più recente è quello di Roberto Saviano con “Gomorra”.
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Letture consigliate
Isabel Allende, “Paula”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere”
Fernando Pessoa, “Il libro dell’inquietudine”
Amos Oz, “Storia d’amore e di tenebra”
Virginia Woolf, “Diario di una scrittrice”
Gabriel Garcia Marquez, “Vivere per raccontarla”
Fëdor Dostoevskij, “Memorie dalla casa dei morti”
Vasco Pratolini, “Cronaca familiare”
Beppe Fenoglio, “Una questione privata”
Louis Ferdinand Celíne, “Viaggio al termine della notte”
Natalia Ginzburg, “Lessico famigliare”
Erri De Luca, “Non ora, non qui”
Amelie Nothomb, “La metafisica dei tubi”
Philip Roth, “Patrimonio”
David Grossmann, “Caduto fuori dal tempo”
Paul Auster, “Diario d’inverno”
Franz Kafka, “Diari” – “Lettera al padre”
Rainer Maria Rilke ,” Lettere ad un giovane poeta”
Mario Vargas Llosa , “ Lettere a un aspirante romanziere”
Amos OZ , ”La scatola nera”
Marguerite Yourcenar, ”Alexis”
Georges Simenon, ”Lettera a mia madre”
Grazie a Francesco Izzo
Editing professionale
Per avermi permesso di estrapolare dalle sue dispense di seminari letterari e di scrittura
www.ilmestierediscrivere.it