6 Gennaio 2020 L’Epifania L'AMICIZIA SPIRITUALE
Autore Aelredo di Rievalaux ( 1100 d.c. )
Oggi è il
giorno del DONO, del Regalo.
Secondo
la Storia Cristiana oggi 3 Magi portarono un DONO ciascuno al nuovo nato in
segno di Amicizia e Amore.
In questo
giorno vi voglio Donare un Libro scritto nel 1100 d.c.
“L’Amicizia Spirituale
“ di Aelredo
Questo è
il link dove si può scaricare gratuitamente
Un
libro molto bello che rispecchia i tempi moderni, un libro che nella sua
semplicità sarà sempre un libro evoluto.
Leggendo
questo libro , alla fine possiamo
chiederci
-
“ Che Amica sono io? , A che
livello è il mio grado di Amore verso l’altro?
E inoltre possiamo anche diventare più
consapevoli delle persone che abbiamo accanto e del loro grado di Amicizia
Personalmente sono rimasta stupita
dall’equazione
Può
esserci Amore senza Amicizia
Non
può esserci Amicizia senza Amore-
Questo fa molto riflettere e ti dà
spunti per trovare sempre più consapevolezza sul vero significato di Amore
Incondizionato….
Si! l’Amore incondizionato riguarda l’Amicizia
, il donare all’altro.
La
differenza tra amore e amicizia
Una prima differenza tra amore e
amicizia risiede nella genesi dell’incontro:
«Nell’amore
c’è il colpo di fulmine, che nell’amicizia è assente» (p. 20).
«l’amicizia si accontenta, anzi si rallegra,
dell’apparire dell’amico;
l’amore invece aspira ad assaporarne la
sostanza, il palpito sensibile della sua vita […].
[Se] l’altro è nel contempo altro da me
stesso, e mio simile, anche se differente da me,
l’amicizia sarà esperienza di
similitudine nell’alterità,
mentre l’amore sarà avventura della differenza
in tensione verso l’unità» (p. 22).
Ecco la differenza tra vivere in comunione con
l’amico e l’unione con un partner.
. Le amicizie dunque non si
possiedono;
quando tendono a diventare esclusive
potrebbero essere l’anticamera dell’amore,
che come caratteristica propria ha
quella dell’esclusività.
Invece l’amicizia, per quanto profonda, lascia
sempre spazio ad altre amicizie, dalle quali può anche trarne arricchimento.
Pensate
che bello se salutandoci, invece di dire Pace
dicessimo TI DONO AMICIZIA .
Non
è facile lo capisco ,
tutti dobbiamo fare un grande percorso di crescita e
consapevolezza perché dobbiamo imparare bene il significato e i valori che
distinguono l’Amicizia vera da quella falsa.
Aelredo
, infatti, nel suo libro parla di varie forme e grado di amicizie , dei
vantaggi e dei limiti, i dogmi ,insomma un vero trattato –
La
consapevolezza di tutte queste forme anche minori ,concedetemi l’uso del
termine, può sia darci risposte a che livello è il nostro dare Amicizia ,sia
darci la possibilità di migliorare e vivere l’Amicizia per ciò che possiamo
dare e ricevere.
Durante
le mie riflessioni mi è venuto in mente quanto potrebbe essere “Facile vivere
in Pace “se imparassimo ad essere Amici.
Mi
è venuto spontaneo pensare quanto potrebbe cambiare il nostro atteggiamento se
invece di dire
“Marciamo
per la Pace”, dicessimo “Ti dono Amicizia”
Maria
Teresa di Calcutta una volta disse
–“Non chiamatemi per fare la Marcia per la
Pace”-
La
Pace è l’opposto della Guerra
Chiedere
Pace vuol dire stare in guerra,
loro
sono opposti ,
sono
l’energia positiva e l’energia negativa che viaggiano insieme sempre
perché
permettono all’energia di fluire.
Egoismo
e Altruismo sono due parole in apparenza opposte ( una è un sostantivo che vuol
dire persona che pensa a se stessa e l’altra è un aggettivo che definisce una
persona buona che pensa anche agli altri) in grado di complementari, opporsi, avvolte
essere anche complici.
L’Amicizia
Spirituale ti dà una visione diversa, una prospettiva di LUCE dove devi
attingere ed arrivare.
Possiamo
provarci , cari lettori, da oggi a dire : TI DONO AMICIZIA
Sicuramente
potremmo finalmente dire di iniziare a creare la strada per la Pace
«L’amicizia con l’altro è un’epifania dell’amicizia con Dio», ha scritto Thomas
Merton.
Ho scritto un LIBRO : e adesso?
Molte volte dopo aver scritto il Libro dei nostri sogni non sappiamo cosa fare.
Io ho pubblicato un libro quest’anno e dai miei studi e dalle mie ricerche condivido alcune informazioni.
1. Correttore di Bozze
La prima cosa da fare è far correggere il manoscritto da eventuali errori grammaticali ( nello scrivere a volte capitano ) e chiedere il parere se piace o no l’opera.
2. Editing
L’Editing è un libero professione che fa questo di mestiere. Si occupa dei manoscritti e delle storie contenute.
L’Editing analizza il manoscritto, fa la revisione dettagliata capitolo per capitolo dell’intero manoscritto e da una scheda tecnica con errori e consigli pratici e soprattutto valuta se la storia (qualunque essa sia potrebbe funzionare).
3. Agenzie Letterarie
Le Agenzie Letterarie sono più articolate e forniscono un servizio più completa, dalla correzione, alla revisione, e alla ricerca di un contratto con una Casa Editrice.
Ti può anche offrire anche un avvocato se il tuo manoscritto (o meglio il suo contenuto) fosse denunciato o per plagio o per diffamazione.
Da non sottovalutare questi due aspetti.
4. Case Editrici.
Quale scegliere?
Sfatiamo un mito.
Il mondo culturale in Italia è tenuto (ed è uno dei migliori in Europa) dalle Piccole e Medie Case Editrici.
Queste con il loro lavoro di divulgazione rendono vivo un mercato culturale letterario.
Il loro lavoro si rivolge a più settori:
Scelta di un autore e sua pubblicazione
Presentazioni del Libro dell’Autore
Marketing
Vendita del Libro:
Tramite il loro catalogo sul loro sito internet che vi invito a visitare,
In librerie (ci sono varie librerie che permettono alle case editrici piccole di poter esporre le loro pubblicazioni superando i canali di distribuzione)
Tramite Distributori
Partecipando a Festival Letterari
Partecipando a Fiere Editoriali
Molti scrittori famosi hanno iniziato con le Case Editrici Piccole e Medie, ed addirittura hanno venduto anche più libri.
Le Grandi Case Editrici ti osservano e ti leggono, quando poi ritengono opportuno ti scelgono.
Attenzione!!! Non credete che una volta entrati in queste grandi Case Editrici lo scrittore potrà mettersi seduto e aspettare che le vendite vengono da sole...anche con loro bisogna lavorare d'immagine.
5. Concorsi Letterari
Partecipando ai concorsi Letterari si ha la possibilità di essere valutati da vari punti di vista e di ricevere un contratto letterario.
OKKIO ALLE CLAUSOLE , specialmente se sono antologie
In tutto questo bisogna stare attenti agli speculatori.
Case Editrici che si fanno pagare
Pseudo Case Editrici
Da chi si alza la mattina e inventa il mestiere.
Come fare per ovviare a tutto questo?
Difficile perché i furbi sono ovunque.
Una strategia è mettere nero su bianco (possibilmente fate leggere il contratto ad un legale che vi spiega bene le clausole)
Chiedere sempre le fatture qualunque cosa vi fanno pagare e controllare bene la dicitura della fattura stessa
Richiedere un piano marketing e vendita nel dettaglio.
Se non rispondono allora ….vien da sé che non c’è serietà, ma solo speculazione.
Attenzione soprattutto alle presentazioni libro ed al prezzo che chiedono.
Statisticamente alle presentazioni si vendono una media di 50 pezzi
Se un libro è venduto a 5 euro, fate bene i conti di quanto viene speso per organizzare altrimenti invece di guadagnarci si va in perdita.
Grazie
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INTERVISTA AD UN LIBRAIO : PIETRO FREGGIO
Libreria La Fenice
Solo in un mese
Ho pubblicato un libro e sono molto curiosa
di vedere come funziona la commercializzazione di questo, anche per creare una
buona strategia di marketing per vendere e fidelizzare il lettore.
Per far questo, ho provato a vedere il
percorso che fa un libro dal momento che esce dalla tipografia della casa
editrice e finisce nelle librerie.
Per scoprire queste informazioni sono stata
aiutata da Pietro Freggio, amico virtuale di Facebook ,proprietario della Libreria La Fenice con il
quale ho fatto una piacevole chiacchierata / intervista telefonica dalla quale
confesso sono uscita un pò amareggiata nel conoscere nel dettaglio un mondo così particolare e molto molto commerciale.
Quando
si parla di Libri e Scrittura si pensa sempre ai grandi scrittori del passato
che hanno scritto grandi opere, hanno scritto varie opere e quindi si è abituati a ragionare in termini
di autore e libro.
Ma cosa succede nel mondo d’oggi?
-
Ogni anno o addirittura ogni
mese vengono pubblicati migliaia di libri .
-
Nascono autori, nascono
piccole case editrici, chi si autopubblica …un settore sempre
in piena evoluzione.
-
Si inventano di continuo
concorsi letterari dalle clausole poco chiare e gli agenti letterari mettono su
veri e propri business.
-
Poi l’ultima moda del momento
è andare alla ricerca di chi ha tanti follower e invitarlo a scrivere per avere
pubblico, lettori e compratori.
-
-
A questo punto ci viene spontaneo
chiederci: chi ci rimette in tutto questo ?
Il Lettore sicuramente, che
si ritrova a dover scegliere tra un infinità di libri “ ciufeca” che non gli fanno provare nessuna emozione .
Il libro una volta scritto diventa di
proprietà del lettore che lo fa suo,
lo interpreta,
lo ama,
lo odia.
L’Autore che si illude di
poter diventare uno scrittore e di vivere di questo ,
ad esempio sapete che gli
scritti che fanno parte di antologie non prendono la percentuale? Quando si
partecipa ai concorsi letterari ad esempio attenti a leggere bene le clausole,
altrimenti si rischia di scrivere gratuitamente e di pagare anche una quota per
partecipare (il danno oltre la beffa).
- - Pietro, ti faccio una domanda
tecnica , dalla tipografia allo scaffale di una libreria qual
è il percorso che fà un libro?
- - A me
personalmente ogni mese un distributore (vedi ad esempio il più grosso
Messagero distribuzione) mi manda una lista di 300 libri tra i quali io devo scegliere.
-
E la scelta,Pietro, su che base
viene fatta?
-
I
libri di personaggi pubblici e scrittori famosi vengono scelti a prescindere,
Elena, perché con loro le vendite sono assicurate.
Poi si
sceglie in funzione della tipologia della libreria,
i gusti dei clienti che dopo anni essendo
fidelizzati li conosci,
ed infine
in base ai miei gusti,
le proprie sensazioni,
ad una
particolare copertina,
al
titolo.
-
Ma Pietro, non si sceglie in
funzione del Libro? Della Storia, del contenuto?
Non c’è
un vero standard su come scegliere un libro o un altro in questa epoca , anzi
ultimamente uno dei criteri primari
ripeto è essere un personaggio pubblico o uno scrittore già affermato con i suoi
follower.
La vendita
online quanto incide nelle vendite e la popolarità?
-L’era degli ebook si è fermata , anzi
sta perdendo punti percentuali.
Quindi
le case editrici e gli autori esordienti non gli conviene puntare su queste
tipologie di vendita.Le vendite online hanno il vantaggio del prezzo .Noi
Librai siamo in attesa dell’approvazione di una legge che vieterà ad Amazon e
ad altri come lui di abbassare troppo i prezzi e fare concorrenza al ribasso) ma
questo è solo per i venditori
Per gli
scrittori conta poco.
-
Una volta scelto il libro da
mettere sullo scaffale che succede?
Quanto tempo rimane? Il posto, il
luogo?
Un MESE? Solo un Mese Pietro?
-
Si abbiamo
poco spazio e se il libro entro i primi 10 giorni non ha iniziato a vendere ,vuol
dire che non venderà piu’.
Quindi
pensa che lavoro ogni mese scegliere e cambiare tra i 300 titoli nuovi ogni
volta.
-Ma così è un caos, si perde
il lato romantico della scrittura ,della cultura.
-Elena,
il commerciale non è romantico.
- Secondo te
Pietro gli scrittori non possono fare qualcosa con voi librerie, cosi da
incentivare oltre il proprio libro anche il mondo della lettura e della
lettura?
Le
presentazioni libro già si fanno,
le
firma copie,
forse dovrebbero
inventarsi come promoter ( sai quelli che stanno al supermercato)
-
Si le conosco, l’ho fatto per
12 anni . Si! in effetti con la promoter si vende di più, non so con i libri se
potrebbe funzionare. Certo avere un autore e parlare direttamente con lui ha i
suoi vantaggi
-
.- Lo
scrittore può inventarsi qualunque strategia per vendere i suoi libri o farsi
conoscere come personaggio, noi librai poi siamo contenti perché si vende.
Proverò a capire meglio la
situazione di questo mondo e dare un contributo affinchè migliori.
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INTERVISTA A 4 MANI
ANDREA & ELENA
ANDREA & ELENA
Ciao Andrea, è un po' che ci pensavo,
ho notato che nelle tue interviste questa domanda ricorre spesso. Soprattutto
il riferimento a Charles Bukowski
-Ti
ha particolarmente colpito?
Non è che mi ha colpito per questa frase che ha detto! È uno
scrittore, un poeta e un artista geniale… e moltissime delle cose che ha detto
e scritto le condivido in pieno… su molte cose la penso allo stesso modo. È
stato un grande della letteratura del Novecento… Una scrittura che non si è mai
omogeneizzata al suo tempo… Destrutturante e innovativa… figlio di una famiglia
umile, con un padre violento e che lo massacrava di botte, e con una vita che è
davvero un’avventura incredibile… non capisco come ancora Hollywood non abbia pensato
di fare un film sulla sua vita… Ha fatto 5 film tratti dai suoi romanzi, ma un
film biografico ancora no… sarebbe molto interessante.
Leggiamo insieme la
domanda di
Charles Bukowski a proposito dei corsi di scrittura diceva … «Per
quanto riguarda i corsi di scrittura io li chiamo Club per cuori solitari.
Perlopiù sono gruppetti di scrittori scadenti che si riuniscono e … emerge
sempre un leader, che si autopropone, in genere, e leggono la loro roba tra
loro e di solito si autoincensano l’un l’altro, e la cosa è più distruttiva che
altro, perché la loro roba gli rimbalza addosso quando la spediscono da qualche
parte e dicono: “Oh, mio dio, quando l’ho letto l’altra sera al gruppo hanno
detto tutti che era un lavoro geniale”» (Intervista a William J. Robson and
Josette Bryson, Looking for the Giants: An Interview with charles Bukowski,
“Southern California Literary Scene”, Los Angeles, vol. 1, n. 1, December 1970,
pp. 30-46).
Le risposte ho notato che la maggior
parte sono quasi sempre negative riguardo i corsi di scrittura.
Vorrei rispondere anche io a questa
domanda per dare una risposta diversa, un punto di vista diverso come sai io
(al contrario di te ) sono una scrittrice “Principiante” (si dice cosi?)
Cosa pensi dei corsi di
scrittura assai alla moda in questi ultimi anni?
Pensi che servano davvero per imparare a scrivere?
Io sono frutto di un corso di
scrittura, il mio primo racconto l’Herbaria proviene da un corso fatto dalla
casa Editrice Kubera.
Si, è stato molto utile per vari aspetti.
Prima di tutto Mi ha incentivato a
scrivere e quindi ha tirare fuori la mia creatività (ho altri progetti in
cantiere che pian piano usciranno).
Prima di questo corso ho solo ricordi delle
Scuole Medie dove la maestra ci faceva leggere un libro che poi noi dovevamo
riassumere secondo uno schema,
oppure ci dava da inventare un racconto partendo
solo da 3 parole, un compito che mi riusciva benissimo infatti ancora adesso
quando scrivo basta un disegno, una parola che la mia fantasia vola a 1000 e in
un week end mi isolo a casa e butto giù la prima stesura che poi con calma correggo
e riscrivo
E Tu
Andrea come nasce la tua scrittura, la tua creatività?
Credo che per scrivere bene servano
diverse cose, tra le quali indubbiamene il talento, poi la cultura,
l’esperienza di vita vera e vissuta, e poi aver letto migliaia di libri… non
c’è altra via secondo me… per questo la penso esattamente come Charles Bukowski
sui cosiddetti corsi di scrittura creativa!
La creatività o c’è o non c’è, non la
puoi “creare” o “formare” con un corso di formazione di scrittura
creativa…
Andrea riguardo la Creatività sono d’accordo
con te o c’è o non c’è, non la puoi “creare”
o “formare”, ma la puoi stimolare
ad uscire e manifestare la sua particolarità.
IO con lo scrivere
sto riuscendo, ad esempio, ma con la manualità ancora non sono pronta.
Comunque il corso
base di scrittura io lo ritengo interessante e lo consiglio.
Ho trovato molto utile durante il
corso le informazioni tecniche, tipo le punteggiature oppure i dialoghi
Sapevi che le Case Editrici hanno
ognuno la loro punteggiatura? E che se diversa dal loro “protocollo” non ti
pubblicano?
Ebbene sì, succede questo. Ogni Casa
Editrice ha dei suoi “protocolli di stampa” (chiamiamoli così). Quindi avere
queste informazioni penso possa essere molto utili.
Io ad esempio mi trovo molto bene con
la punteggiatura del dialogo di Einaudi, la trovo mia e la uso ovunque, (anche
per scrivere sui social !!!).
Vediamo un esempio
Dialoghi
Einaudi: trattini lunghi (– –).
I segni d’interpunzione sono sempre interni ai trattini.
Ogni battuta comincia con la maiuscola, tranne nei casi di dialogo spezzato, in cui la seconda battuta, essendo continuazione della prima, può avere l’iniziale minuscola.
Non serve il trattino di chiusura.
I segni d’interpunzione sono sempre interni ai trattini.
Ogni battuta comincia con la maiuscola, tranne nei casi di dialogo spezzato, in cui la seconda battuta, essendo continuazione della prima, può avere l’iniziale minuscola.
Non serve il trattino di chiusura.
ESEMPI
–
Ciao.
– Davvero!
– Uh! Che bello!
– C’è qualcosa che vuoi dirmi?
– Da quanto dice sembra che Anna sia in discoteca, ma, – le dissi con tono fermo, – credo che invece sia in casa con Roberto.
– Non è quello che volevo sentire, – disse Laura rivolta a suo marito.
– Davvero!
– Uh! Che bello!
– C’è qualcosa che vuoi dirmi?
– Da quanto dice sembra che Anna sia in discoteca, ma, – le dissi con tono fermo, – credo che invece sia in casa con Roberto.
– Non è quello che volevo sentire, – disse Laura rivolta a suo marito.
Gli
altri esempi sono a fine pagina.(dalle dispense del corso)
Sinceramente non lo so.
Io personalmente penso di avere
l’esigenza di studiare come “Scrivere di se stessi” perché molte delle mie idee
vengono dalle mie esperienze personali e quindi avere un pò di tecnica in più
non mi dispiacerebbe.
Attualmente sto scoprendo che sulle
Descrizioni sono un pò debole al contrario dei Dialoghi, quindi dovrò trovare e
affinare la mia scrittura, o sarebbe meglio dire CRESCERE. Sto cercando Autori
da leggere che mi siano da maestri con il loro esempio di scrittura.
Andrea TU hai già la tua scrittura? Leggendo i tuoi scritti hai una
punteggiatura perfetta e le descrizioni sono molto interessanti.
Chi è stato il
tuo Maestro?
La mia scrittura, quando scrivo racconti o le mie
storie, è una scrittura istintiva, destrutturata. Non è la stessa scrittura che
utilizzo quando scrivo dei saggi o degli articoli scientifici o accademici come
mi accadeva quando collaboravo all’Università di Palermo col mio professore di psicologia
clinica. Sono scritture diverse per ovvi motivi. Quella con la quale scrivo le
mie storie è una scrittura atipica, né italiano né siciliano… è il linguaggio
che noi palermitani, o se vuoi noi siciliani, utilizziamo quotidianamente in
famiglia o con i nostri amici. Quando scrivo e racconto questi fatti non posso
che focalizzarli come avvengono nella realtà e con il linguaggio che viene
usato normalmente dalle persone che frequento e che incontro nella mia vita di
tutti i giorni.
Per quel che riguarda i Maestri, i miei maestri
sono tutti gli autori che ho letto che sono centinaia, sarebbe noioso fare uno
sterile elenco… ma posso dire i tre nomi che più di altri (ma ripeto non sono i
soli!) mi hanno forgiato culturalmente e umanamente nel periodo dall’adolescenza
all’università… in ordine delle letture che ho fatto: Luigi Pirandello, Fëdor
Michajlovič Dostoevskij, Sigmund Freud, dei quali ho letto tutto quello che
hanno scritto… anche più volte a dire il vero…
Scrivere
cambia la VITA? Ha un impatto sulla vita sociale e relazionale?
Per me si, mi sta cambiando
completamente. E’ un vestito nuovo.
Un nuovo mondo che sto conoscendo e
che sta diventando sempre più parte di me dove stranamente mi trovo molto a mio
agio e sembra porti risultati e progetti nuovi.
Con
la scrittura possiamo trasmettere i nostri VALORI; la nostra storia?
IL mio primo racconto L’Herbaria
racconta proprio di un evento effettuato a casa mia dal quale poi è nato uno
stile di vita più naturale, e anche i miei racconti in cantiere hanno i valori
come l’amicizia, l’amore, la condivisione.
Anche nei tuoi racconti ,Andrea che ho
letto ,vedo molto i Valori delle tradizioni della tua Terra la Sicilia, l’Amore,
il Lavoro, La Famiglia
Per
FINIRE il Nostro LIBRO è il nostro biglietto da visita?
Siiiiii!!!, un biglietto da visita che
ti permette di fare un debutto in Società.
Ti colloca in un mondo particolare,
Andrea già immagino a cosa pensi
–
Guarda che i grandi scrittori sono vissuti in altre epoche…
- Verissimo e sai qual è il bello? Che
con la fantasia e la scrittura li puoi incontrare quando vuoi e creare un
Salotto Letterario del Passato e del Presente e tu essere con loro perché ormai
fai parte di quel mondo.
Posso
sapere cosa ne pensi tu?
Se il nostro libro è il nostro
biglietto da visita?
Dipende dal punto di vista! Certamente
chi scrive un libro, un romanzo, dei racconti, delle poesie, si denuda, si
spoglia… consente al lettore di sapere cose che altrimenti non saprebbe mai
dello “scrittore”. Il lettore deve solo essere in grado di leggere il meta-messaggio
che viene fuori da un romanzo, da una silloge di poesie o da una raccolta di
racconti, perché innanzitutto in quegli scritti c’è l’autore che si spoglia dei
suoi meccanismi di difesa e delle sue maschere che ognuno di noi ha messo a punto
e ha costruito dal momento in cui è nato. Da questo punto di vista è una “carta
di identità” che ci svela (per chi sa leggerla ovviamente!) per quello che
siamo nella nostra vera natura e cosa vogliamo comunicare… questo per me è
ovvio!
Se invece il senso della domanda ha a
che fare con “quel-libro-è-mio-figlio”, oppure “con-questo-libro-trasmetto-ai-lettori-le-mie-emozioni”, in entrambi i casi chi dice queste cose dimostra
di possedere un ego smisurato che mi impressiona sempre molto e che non tiene
in nessuna considerazione il lettore ma solo l’alimentare il proprio
narcisismo!
Io credo invece che quando un libro,
delle poesie, dei racconti sono resi pubblici e i lettori possono leggerli,
quegli scritti non appartengono più a chi li ha scritti ma a chi li legge… e le
emozioni – se quel libro riesce ad innescare delle emozioni nel lettore – non
sono di chi ha scritto il libro, ma di chi lo sta leggendo. Quindi diventa di
proprietà di chi lo legge, non appartiene più a chi lo ha scritto. Certamente
l’autore deve essere in grado di scrivere con armonia, ritmo, musicalità,
fluidità… insomma, come se stesse scrivendo una composizione musicale che poi
deve essere eseguita con maestria… tutti sappiamo pigiare i tasti di un
pianoforte, ma non per questo siamo pianisti! Per far uscire della buona musica
da un pianoforte devi possedere tantissime qualità: talento, esperienza e
cultura musicale… oltre ovviamente a saper leggere uno spartito e avere
studiato ed esserti esercitata per migliaia e migliaia di ore… così torniamo
alla prima risposta… è lo stesso meccanismo! Chi non ha fatto questo percorso e
non ha talento, non può considerarsi un artista, uno scrittore… è sempre stato
così, in tutti i tempi dell’arte e della cultura!
Da qualche anno – 10 15 anni - una
certa “pseudo-cultura” ha tentato di fare passare il messaggio che puoi essere
qualcuno senza essere nessuno! Io non la penso così e i tempi stanno cambiando
velocemente perché questa menzogna finalmente è stata smascherata dai fatti!
Vedi alla voce “giovani-artisti” frutto di programmi e di talent scout
defilippiani!
Talento, tanto studio, tanta
disciplina, tanta esperienza sono i soli elementi per avere successo nella
vita… tutto il reso è solo un bluff che prima o poi sarà miseramente
smascherato!
Grazie Elena per l’intervista e
le tue risposte.
Grazie a te Andrea Giostra per le tue risposte.
https://andreagiostrafilm.blogspot.com/
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